Aiutare i malati e i loro caregiver a sviluppare un piano psico-nutrizionale perseguibile nel tempo ha come obbiettivo quello di raggiungere un benessere generale non solo del paziente ma di tutta la famiglia.

Passata la fase acuta-iniziale in cui regna la confusione e si respira sempre aria di malattia c’è un momento in cui viene spontaneo cercare di riorganizzare la propria vita seguendo i nuovi ritmi.

Questo è il momento in cui si cerca di essere più razionali e si dà nuovamente importanza sia all’alimentazione che ad un ritmo psico-fisico che possa permettere di ricaricarsi e progettare il futuro benessere.

Insieme al caregiver ed al paziente si discuterà sulla pianificazione e la definizione degli obiettivi alimentari della famiglia.

In questo modo si potranno riconsolidare o sviluppare abitudini e nuove abilità utili a consentire al paziente e alla famiglia di impegnarsi attivamente nel controllo della propria cura e salute lavorando su tutti quei fattori che possono contribuire ad innalzare al massimo la qualità di vita.

Di fronte a queste sfide, è importante che il malato lavori a stretto contatto con il nutrizionista per avere il giusto supporto nutrizionale e psico-alimentare di cui ha bisogno.

Una volta che un paziente inizia a sentirsi meglio dopo il trattamento farmacologico, l’obiettivo diventa quello di aiutarlo a costruire buone abitudini utili e positive come camminare, leggere, incontrare amici, tenersi occupati o riprendere a lavorare, concentrarsi sul mangiare bene a lungo termine senza privarsi di un invito a cena per paura di recidive o effetti collaterali per l’interazione con gli alimenti.

Obbiettivo principale diventa quello di favorire buone abitudini alimentari fissando obiettivi intelligenti, raggiungibili e gratificanti.